La pesca sub e gli oceani: acque che vai, pesci che trovi

oceani e pesca sub

La pesca sub e gli oceani: acque che vai, pesci che trovi

Oceani e pesca sub rappresentano un mondo meraviglioso tutto da scoprire. Un’esperienza molto diversa rispetto alla pesca subacquea in mare – ad esempio nel Mediterraneo – dove entrano in gioco variabili e sensazioni che mettono a proprio agio anche un pescatore sub meno esperto e conseguentemente meno abituato alla varietà.

Per riuscire correttamente a pescare nell’Oceano occorre infatti tenere presente che nessuna zona è uguale all’altra. Essendo infatti queste ampie distese d’acqua estremamente diversificate tra loro in base alle aree, non si può pensare di tuffarsi nel blu e lasciarsi andare: c’è un maggiore bisogno di allenamento e perseveranza, nonché una necessità superiore di affidarsi a una strumentazione di qualità, stabile e precisa.

Com’è la pesca sub nell’Oceano e perché praticarla

Ma come cambia nello specifico la pesca sub nell’Oceano? È presto detto: dopo essersi immerso in acqua il sub avverte una sensazione del tutto nuova, in cui la sua acquaticità è costretta a cambiare e a mutare per adattarsi alle condizioni dell’Oceano. L’acqua in questo caso è differente per via del minore quantitativo di sali disciolti rispetto al mare.

Basti pensare che nell’Oceano troviamo 35 g/l mentre nel Mediterraneo la percentuale è 39.1 g/l. Se la spinta al galleggiamento del corpo è minore troviamo però la presenza dell’onda oceanica che rende differenti i movimenti. Durante la discesa verso il fondo, quando l’onda avanza in direzione della terraferma, il sub si muove in un flusso d’acqua che è contrario e lo sospinge in alto, verso la costa. Nella fase del riflusso dell’onda invece il corpo del sub viene spinto verso il fondo e indietro rispetto alla posizione della terraferma.

Ciò significa che per raggiungere il fondale bisognerà nuotare a zig zag, senza seguire una linea retta. Dobbiamo poi ricordare che il moto ondoso si avverte pure a profondità discrete per via della grande massa d’acqua che viene spostata. Di contro va segnalato che solitamente i sub si abituano in fretta a queste condizioni acquisendo a poco a poco una nuovissima sensibilità che li porta a muoversi diversamente nell’Oceano. Un consiglio utile è quello di non nuotare uniformemente sulla superficie, ma di fermarsi durante la fase del riflusso e pinneggiare solamente nel momento in cui il moto ondoso si placa, per poi accelerare nella fase della spinta dell’onda.

Cosa pescare nell’Oceano

La pesca nel blu può essere difficoltosa, ma anche emozionante e ricca di avventure. Con questo termine viene indicata la pesca nell’Oceano di grandi pelagici come i marlin o i tonni. Viene praticata solitamente sui alti fondali e in prossimità di secche, banchi di minutaglia o relitti. Fra i pesci più ambiti dell’Atlantico troviamo ali di razza, branzini, rombi e San Pietro, ma anche molluschi, come cozze e capesante, e crostacei, come astici, aragoste e granceole.

Nelle acque temperate del Pacifico invece si possono catturare pesce spada, tonno, salmone, aringhe e sardine, oltre a straordinari crostacei. Per comprendere la ricchezza di queste acque basti pensare che ogni anno qui vengono individuate da 150 a 200 specie differenti di pesci e oltre 1700 specie di piante. Secondo alcune ricerche gli Oceani – che con la loro massa d’acqua ricoprono ben il 70% della superficie terrestre – ospitino oltre 20.000 specie di pesci e più di 2 milioni di piante.