Scelta delle pinne: guida completa

Come scegliere le pinne: intervista ad Andrea Alemanni

Scelta delle pinne: guida completa

Quello di nuotare con delle pinne ai piedi è un concetto piuttosto antico. Già nel Quattrocento Leonardo da Vinci aveva immaginato un uomo acquatico dotato di pinne e guanti palmati, e quando Louis de Corlieu presentò il primo prototipo di pinne, nel 1914, dichiarò di essersi ispirato a quelle fabbricate con grandi foglie dai pescatori della Polinesia francese.

L’idea di Louis de Corlieu poggiava sull’intuizione di Benjamin Franklin, che osservando le appendici di anfibi e pesci pensò di indossare delle palette di legno ai piedi per aumentare la superficie di contatto con l’acqua e con ciò la spinta. Inutile dire che l’intuizione si rivelò geniale.

Il brevetto delle pinne di de Corlieu, che includeva anche due palmari a forma di cucchiaio, venne registrato nel 1933. Da allora, le pinne hanno sperimentato forme e materiali sempre più efficienti e capaci di adattarsi alle più diverse esigenze di immersione.

Andrea Alemanni è la nostra autorità in materia di pinne: oltre a produrle, qualche anno fa ha deciso di testarle tutte (ma proprio tutte) insieme al suo istruttore di apnea Marco Mardollo, tecnico della pinneggiata e fondatore della didattica Apnea Academy con Umberto Pellizzari. Andrea ha provato le pinne di tutti i competitor, analizzandone caratteristiche e potenzialità e portando l’esperienza acquisita nello sviluppo della nuova linea di pinne in carbonio Alemanni Deep Sea.

Andrea sarà la nostra guida d’eccezione alla scoperta del vasto e affascinante mondo delle pinne: ci spiegherà quali tipi di pinne esistono e come scegliere le pinne perfette per le proprie immersioni e ci darà preziosi consigli sugli errori da non fare nel momento in cui si decide di acquistare un paio di pinne.

Andrea, iniziamo dal principio: quanti tipi di pinne esistono?

Ad oggi esistono diversi tipi di pinne. Le più comuni sono quelle piccole in silicone, che solitamente si usano per fare snorkeling durante brevi vacanze: sono pinne pensate per tutti coloro che non hanno grandi pretese e vogliono solo qualcosa ai piedi per muoversi un po’ meglio a galla mentre osservano il fondale.

Le stesse piccole pinne in silicone possono essere usate anche per allenamento: hanno infatti caratteristiche peggiorative (in termini di peso, flessibilità, etc.) rispetto alle comuni pinne in vetroresina o carbonio in commercio, dunque si fa molta più fatica ad utilizzarle…ragion per cui si può anche decidere di comprarle per allenare le gambe.

Esistono poi pinne dedicate a chi pratica immersioni con le bombole, che hanno caratteristiche specifiche e non possono essere utilizzate in nessun’altro ambito. Si tratta di pinne in gomma molto pesanti, che si indossano inserendo il piede (munito di calzare rigido) come se si stesse indossando una pantofola.

Esistono infine le pinne che si utilizzano sia per la pesca in apnea sia per l’apnea in piscina, come quelle che produciamo noi. Generalmente queste pinne sono disponibili in diverse durezze, per adattarsi ad entrambe le situazioni.

In piscina, in linea generale, si prediligono pinne più morbide. In mare, al contrario, si è più pesanti (si indossa una muta e si usano dei piombi in cintura), dunque si necessiterà di più spinta. Questo ci porterà a prediligere una pinna un po’ più rigida, che possa spingerci meglio senza stancarci troppo.

Quest’ultima tipologia di pinne, che sono adatte a entrambe le situazioni, viene prodotta in materiali diversi e in lunghezze diverse (generalmente tre: lunghe, medie e corte). I materiali utilizzati per questa tipologia di pinne sono vetroresina e carbonio, a volte utilizzati assieme.

Quali sono gli errori più comuni che si commettono nella scelta delle pinne?

L’errore più frequente in assoluto è la scelta della durezza della pinna. Il fatto è che ad oggi non ci sono riferimenti univoci: ogni produttore di pinne ha le proprie durezze, e la durezza di una pinna non può essere paragonata a quella di una pinna di qualsiasi concorrente. Per capirci: quello che per te è morbido, per me potrebbe non esserlo. O più semplicemente, quello che va bene per una persona di 70kg non è adatto alla stessa persona se ne pesa 90 di kg.

Se una pinna è troppo dura farai fatica ad usarla, dunque andrai in affanno. Questo si tradurrà nell’impossibilità di trattenere il respiro a lungo. Al contrario, se la pinna è troppo morbida per il tuo peso, non avrà una buona spinta.

Il secondo errore più comune è la scelta della scarpetta, troppo stretta/larga o non della forma corretta rispetto al tuo piede. Ci sono scarpette più comode, altre più rigide e altre molto larghe. È anche vero che non ci sono molti negozi in cui poter provare le scarpette…oltretutto non è cosa gradita che una persona entri e provi per poi andarsene (un po’ come accade con le scarpe da passeggio che si provano in negozio e poi si comprano online).

Come si capisce la misura delle pinne?

Con misura delle pinne si può intendere sia la misura della scarpetta sia la lunghezza delle pinne. Per quanto riguarda la scarpetta, prendere le misure è facile: devo fisicamente poggiare il piede a terra, avvicinare il tallone al muro (mantenendo il peso sui piedi) e prendere la misura dal muro al dito più lungo del piede. Questa è la misura che va riportata all’interno della scarpetta. Poi ovviamente bisogna sapere se si indosseranno dei calzari oppure no.

Per quanto riguarda la lunghezza delle pinne, invece, tutto dipende dall’utilizzo che ne farai e dalla tecnica utilizzata in pesca o apnea. Se per esempio vado a nuotare in piscina non mi serve una pinna lunga un metro, che potrebbe ostacolarmi durante le virate o quando mi dò la spinta. Se mi voglio allenare, il discorso già cambia, perché posso scegliere di usare una pinna corta e un po’ più rigida di quella che userei abitualmente. Se invece voglio fare apnea, e quindi preservare il mio ossigeno, le pinne morbide restano la scelta migliore.

Sulla lunghezza delle pinne poi c’è un mito da sfatare: molti tendono ad associare la lunghezza della pinna con la spinta, ma non è detto che sia così. La pinna lunga, infatti, può essere particolarmente morbida, e anche la larghezza delle pale ha un suo peso.

Attrezzatura subacquea, come scegliere le pinne
Quando ci si immerge in mare si tende a preferire una pinna più rigida rispetto a quella che si usa in piscina: essendo più pesanti, necessitiamo di maggiore spinta

È possibile scegliere il giusto tipo di pinne basandosi soltanto sul tipo di immersione?

Non è possibile, perché il tipo di immersione non ci dà abbastanza informazioni per individuare la pinna adatta al cliente. Come ti dicevo, i fattori chiave nella scelta delle pinne sono di tutt’altro tipo: bisogna considerare innanzitutto il peso corporeo e il grado di allenamento, poi la lunghezza del piede (con o senza calzari) e soltanto alla fine possiamo prendere in esame il tipo di immersione!

La pesca in apnea richiede delle pinne speciali?

Richiede semplicemente pinne adatte a quello scopo, che rientrano nella categoria di quelle che possono essere utilizzate per la pesca in apnea e per l’apnea in piscina. Normalmente, le pinne per la pesca in apnea sono completamente protette lateralmente da profili in silicone che servono a proteggere il piede dagli urti contro scogli o cose simili. Si può pensare ad una pinna leggermente più corta se si pesca in poca acqua tra gli scogli, in modo da rimanere agili tra le rocce.

Come ti accennavo, le pinne per la pesca in apnea saranno un po’ più rigide della versione da piscina (a cui puoi anche pensare di rimuovere le protezioni laterali in silicone, dato che non ci sono ostacoli contro cui ferirsi).

Alemanni realizza anche pinne personalizzate: cosa è possibile ottenere dalla customizzazione delle pinne e quando è consigliato scegliere un prodotto su misura?

La nostra linea di pinne personalizzate nasce dall’esigenza di correggere alcuni specifici problemi posturali, come i piedi convergenti verso l’interno: chi ha questo tipo di problema fa molta fatica ad usare qualsiasi tipo di pinna perché le pinne tendono a sbattere tra di loro in punta. Per ovviare a questo problema possiamo creare delle pinne che convergono verso l’esterno, offrendo una soluzione definitiva al cliente.

Un altro problema che abbiamo affrontato è quello di realizzare pinne per coloro che hanno perso una gamba: in tal caso abbiamo realizzato una sola pinna con determinate caratteristiche di durezza e dimensione, in modo tale da poter offrire tutta la spinta necessaria al cliente.

Qual è il consiglio che daresti a chi sta per scegliere le sue prime pinne per la pesca sub?

Il mio miglior consiglio è quello di scegliere una pinna che non richieda troppa energia per essere usata. Questo ti consentirà di affinare la tecnica di pinneggiata, anche in situazioni in cui necessiterai di più spinta. Se riesci ad utilizzare una pinna morbida in tutte le situazioni, non avrai nessun problema ad usare una pinna più rigida un domani. Viceversa, se ti abitui troppo ad usare una pinna dura e dovessi passare ad una pinna molto morbida ti sembrerà di non avere spinta a sufficienza, e potresti prendere un po’ di paura in fase di risalita.