Apnea e controllo del respiro: i benefici su corpo e mente

Pesca subacquea: i benefici dell'apnea

Apnea e controllo del respiro: i benefici su corpo e mente

Immergersi in acqua senza bombole è sempre un’esperienza che riconcilia con il mondo: la pressione dell’acqua disinnesca le tensioni muscolari, il tempo si dilata e le pulsazioni rallentano. L’apnea costringe il corpo e libera la mente: sott’acqua si è soli al centro del mondo, accompagnati solo dal silenzio e dal proprio respiro.

Chi predilige la pesca subacquea all’aspetto conosce bene l’importanza di una buona preparazione fisica: pochi secondi di autonomia possono fare la differenza quando si bracca una preda, e l’unico modo per allungare il tempo di immersione è allenarsi a stare “senza fiato”.

E anche se l’esercizio della sospensione del respiro sott’acqua probabilmente non è il motivo principale per cui ci si dedica alle immersioni, questo tipo di allenamento ha talmente tanti effetti positivi sul corpo e sulla mente che viene in alcuni casi proposto anche “a secco”.

I benefici delle immersioni in apnea: il controllo del respiro

Apnea deriva dal greco apnoia, che significa letteralmente “mancanza di respiro”. È una sospensione del movimento respiratorio che può essere involontaria – come nel caso di alcune patologie dell’apparato respiratorio – oppure può essere affrontata consapevolmente, come avviene durante le immersioni.

Chi si immerge lo sa bene: per affrontare un’immersione in apnea è necessaria una certa preparazione. Non importa che ci si immerga per pescare, per battere il record del mondo o semplicemente per rilassarsi: oltre all’allenamento fisico, l’attività subacquea in apnea richiede la capacità di controllare il proprio respiro.

Il controllo del respiro, fondamentale in apnea per ottimizzare consumo d’aria, tempo di immersione e tempo di fondo, è un esercizio tutt’altro che banale: anche performance molto distanti da quelle dei primatisti mondiali di apnea possono portare enorme giovamento all’organismo, a partire dagli effetti positivi su circolazione, funzionalità cardiaca e capacità di concentrazione.

Immersione in apnea: gli effetti del lavoro in acqua sul corpo

La pratica dell’immersione ha di per sé degli effetti benefici sull’organismo: la naturale resistenza esercitata dall’acqua sul corpo non soltanto allevia la tensione muscolare e alleggerisce la pressione sulla colonna vertebrale, ma amplifica tutti gli effetti positivi del movimento.

Muoversi in acqua è un esercizio molto efficace per migliorare il tono muscolare di gambe e schiena: inutile dirlo, il lavoro di allenamento di spalle e schiena può risultare più intensivo se mentre si è in immersione si brandeggia un arbalete mentre si punta una preda.

Che si tratti di apnea libera, nuoto, pesca subacquea o di una semplice camminata lungo la spiaggia, il movimento sott’acqua migliora la postura e rafforza il sistema cardiocircolatorio.

Ma l’apnea ha una caratteristica in più, che è quella che fa la differenza rispetto ad altri sport acquatici e agli altri tipi di pesca sportiva: per sua stessa natura, l’apnea è uno stato di “sospensione” capace di mettere in contatto corpo e psiche.

“Stare in apnea è sicuramente la cosa più innaturale che possa esistere”, scrive Mike Maric, medico e campione di apnea, “ma riuscire a vivere questa dimensione ti permette di conoscere meglio una parte di te”.

L’apnea contro lo stress: immergersi per respirare meglio

L’oceanografo e documentarista Jacques Cousteau, in un’intervista rilasciata al Times nel marzo del 1960, spiegò in modo molto preciso una sensazione che molti subacquei più o meno tacitamente condividono al ritorno da ogni immersione:

Sin dalla nascita l’uomo porta il peso della gravità sulle spalle. È imbullonato alla terra. Ma basta che si immerga al di sotto della superficie, ed egli è libero.

Il mondo sott’acqua è lontano anni luce dalla realtà della terraferma e dalle sue leggi fisiche, e forse è per questo che l’acqua ha il misterioso potere di calmarci. Quando poi ci si immerge per svolgere una precisa attività subacquea, come la pesca con l’arbalete, subentra una forma di concentrazione che è difficile da sperimentare a terra: “qui e ora” diventa un imperativo a cui non si può sfuggire, i sensi si affinano, le pulsazioni scandiscono l’unico tempo che esiste.

La respirazione profonda che praticano i sub per immergersi in apnea è molto simile a quella della meditazione, che prevede respiri lenti e profondi, “di pancia”. Questo tipo di respirazione aumenta l’apporto di ossigeno al sangue e ai tessuti, con evidenti benefici per tutto l’organismo: il corpo dispone di maggiore energia, la circolazione viene stimolata e si lavora sulla funzionalità di cuore e polmoni.

Esattamente come lo Yoga Pranayama, l’apnea insegna a respirare bene, a trattenere il fiato, fermarlo e rilasciarlo: “Niente rimuginazioni mentali, niente idee che generano ansia”, spiega il campione di apnea Mike Maric, “ci sei solo tu e la tua piccola-grande sfida di restare pochi secondi senza ossigeno”, immerso nel silenzio dell’elemento primordiale.